Le ragioni che spingono sempre più aziende a investire in cybersecurity sono diverse e continuano ad aumentare man mano che la tecnologia informatica progredisce. A fronte dell’incremento delle tecnologie sostenibili adottate dalle imprese che mirano ad abbattere l’impatto ambientale e, contemporaneamente, ad agevolare l’equilibrio vita-lavoro, negli ultimi anni si è verificato un sostanziale aumento delle violazioni legate alla sicurezza informatica.

Questo problema non coinvolge unicamente le singole imprese, bensì l’intero ecosistema commerciale abbracciando, a caduta, anche i fornitori, i clienti e gli istituti bancari. La prospettiva pone le aziende di fronte a una necessità: fare in modo che le misure di sicurezza adottate a livello individuale siano efficaci e impediscano di intaccare l’intero circuito.

Un sondaggio condotto da SWG per Confesercenti ha preso come riferimento le PMI del settore terziario con un organico tra 10 e 50 dipendenti, quelle cioè più inclini a garantire un sistema di procedure e protezione dati adeguato. Dal sondaggio è emerso che un quarto delle imprese intervistate ammette di aver già affrontato problemi in materia di sicurezza informatica, ma soltanto una su due ha deciso di investire per potenziare le proprie difese.

Se consideriamo il periodo dal 2023 al 2025, possiamo stimare che, nel complesso, le aziende saranno obbligate a destinare risorse alla sicurezza informatica per un ammontare approssimativo di 10 miliardi di euro. È una spesa notevole, ma vitale per la loro sopravvivenza alla luce delle sfide emergenti nel campo della protezione dei dati e delle minacce informatiche che si fanno sempre più sofisticate. Come si suol dire, prevenire è meglio che curare.

La prevenzione in cyber security: i numeri delle PMI in Italia

L’interesse per la questione sulla sicurezza informatica coinvolge sempre più le imprese in ambito economico, soprattutto oggi che ci troviamo di fronte a cyber attacchi di volta in volta più ingegnosi e sofisticati. La crescente digitalizzazione del settore terziario ha fatto sì che la maggior parte delle aziende oggetto dell’indagine SWG abbia implementato uno o più sistemi informatici per rimanere competitiva sul mercato. In particolare, dall’indagine è emerso che il 90% delle organizzazioni dispone di un sistema di posta elettronica gestito internamente, il 73% ha un proprio sito web, il 61% fa uso di software o piattaforme gestionali interne e il 28% gestisce un portale di e-commerce. Tutto questo si traduce in un’enorme raccolta di dati sensibili, ma anche in un sistema ormai avviato e consolidato all’interno dei processi aziendali di cui oggi le imprese non possono fare a meno.

La protezione dei dati sensibili e delle informazioni riservate rappresenta una delle maggiori problematiche in materia di sicurezza informatica, specialmente alla luce delle nuove direttive concernenti la raccolta, la gestione, l’utilizzo e l’archiviazione dei dati personali. Di conseguenza, sempre secondo SWG, il 52% delle PMI italiane ritiene necessario investire sulla prevenzione per garantire la sicurezza dei propri dati e delle attività aziendali entro il 2023, mettendo a disposizione una spesa media pro capite di 4.800 euro, per un totale di oltre 470 milioni di euro. Tuttavia, solo il 50% delle aziende intervistate ha già individuato un fornitore di servizi a cui affidarsi per tutelarsi dai rischi relativi alle minacce informatiche.

La futura tendenza mondiale sugli investimenti in sicurezza informatica

A livello globale, un’indagine condotta dalla società di ricerca statunitense Enterprise Strategy Group rivela che gli investimenti sulla sicurezza informatica da parte delle aziende stanno crescendo, in risposta al costante aumento dei cyber attacchi. Anche il report di Manage Business, società di consulenza americana, conferma questo trend, accertando una crescita mondiale annua del 12,4% sugli investimenti per la prevenzione delle minacce informatiche rispetto agli anni precedenti. Si prevede che queste somme raggiungeranno i 460 miliardi di dollari entro il 2025, portando a una spesa totale a livello mondiale stimata tra 1,5 e 2 trilioni di dollari nello stesso anno.

Le principali minacce informatiche per le aziende

Ma quali sono le principali minacce informatiche che possono mettere a repentaglio i sistemi gestionali e produttivi delle imprese? Ecco quelle più frequenti e maggiormente dannose:

1. Attacchi di phishing: le e-mail fraudolente e i siti web contraffatti possono ingannare i dipendenti aziendali, causando la divulgazione di informazioni sensibili o l’installazione di malware;
2. Ransomware: gli attacchi di ransomware possono crittografare i dati aziendali, chiedendo un riscatto per il ripristino;
3. Violazioni della privacy dei clienti: la mancanza di sicurezza informatica può portare a violazioni dei dati dei clienti, danneggiando la reputazione dell’azienda e incorrendo in sanzioni;
4. Perdita di proprietà intellettuale: senza protezione, i concorrenti o gli hacker possono rubare informazioni sensibili o proprietà intellettuale;
5. Attacchi DDoS: le aziende senza un adeguato protocollo di sicurezza informatica sono vulnerabili agli attacchi Distributed Denial of Service (DDoS), che possono interrompere i servizi online e causare perdite di clienti e denaro;
6. Danni reputazionali: la violazione della sicurezza informatica può danneggiare gravemente la reputazione dell’azienda, causando la sfiducia dei clienti e degli investitori.

Cybersecurity e priorità

La ricerca di ESG indica inoltre che le minacce informatiche sono diventate una priorità cruciale per le imprese, anche se in molti casi le soluzioni tradizionali non risultano efficaci. Al crescere delle performance tecnologiche e dei dispositivi utilizzati, le aziende dovrebbero considerare approcci innovativi per minimizzare i rischi e migliorare l’efficacia della sicurezza, come quelli basati su threat intelligence, automazione, investimenti nel cloud e sistemi di intelligenza artificiale.

Concretamente, gli investimenti nella tecnologia dell’intelligenza artificiale e del cloud stanno crescendo e mirano a ottenere una maggiore efficienza operativa, una migliore comprensione delle minacce informatiche e un maggiore vantaggio competitivo.
Oltre all’implementazione di software e tecnologie aggiornate al servizio della sicurezza informatica, è necessario che le aziende abbiano al loro interno personale qualificato in ambito IT, che venga formato e aggiornato costantemente per gestire gli attacchi hacker. Proprio per questo, anche la formazione del personale rientra tra gli investimenti a favore della sicurezza informatica considerati dalle imprese: si prevede infatti che entro il 2025 i danni causati dagli attacchi informatici ammontino a circa 10,5 trilioni di dollari all’anno, rappresentando un aumento del 300% rispetto al 2015.

I trend di investimento sulla cybersecurity

Alla luce di quanto introdotto, su cosa è necessario investire, oggi, per proteggere la propria azienda dagli attacchi informatici? Ecco una serie di input:

  • Utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA): insieme al machine learning, la IA sta già portando innovazioni nella sicurezza informatica attraverso la creazione di sistemi automatizzati di rilevamento delle minacce in grado di anticipare gli attacchi e avvisare prontamente le imprese;
  • Identificazione di soluzioni per diminuire le vulnerabilità nel sistema cloud: la maggior parte delle aziende utilizza il cloud per conservare dati sensibili, ma è importante ricordare che la protezione delle informazioni deve seguire un approccio basato sul rischio e sulla resilienza. È necessario, dunque, individuare soluzioni mirate per proteggere il carico di lavoro nel cloud e garantire l’integrità del server edge di accesso sicuro, poiché il monitoraggio delle implementazioni cloud diventa cruciale con la migrazione dei carichi di lavoro;
  • Tutela dei dati: tutte le imprese si concentrano sulla sicurezza dei dati digitali, ma senza un’adeguata protezione si rischia di lasciare libero accesso agli hacker. Il GDPR, applicato nell’Unione Europea dal 2018, cerca di regolamentare la privacy e la protezione dei dati per tutti gli individui, ma è ancora l’errore umano il responsabile del 95% delle violazioni della sicurezza informatica. Pertanto, è fondamentale che le aziende di ogni dimensione promuovano la consapevolezza della sicurezza informatica tra i dipendenti e aumentino gli investimenti nella rilevazione delle minacce e nella sicurezza dei dati;
  • Sistemi di sorveglianza dei rischi dell’Internet of Things (IoT) con la rete 5G : se da un lato la diffusione del 5G favorirà una maggiore interconnessione tra dispositivi basati sull’IoT, dall’altro aumenterà il rischio di attacchi esterni perché è una tecnologia relativamente recente e quindi più vulnerabile. Pertanto, i produttori dovrebbero progettare soluzioni hardware e software 5G seguendo un approccio di sicurezza sin dalla progettazione;
  • Formazione ed esercitazioni per contrastare i ransomware: questo tipo di attacchi è sempre più mirato e in aumento. Tutte le imprese dovrebbero rafforzare la protezione dei propri hardware e software per sviluppare la “resilienza cibernetica”, che favorisce l’ottimale gestione del rischio assicurando la continuità aziendale e la sicurezza informatica. Questo si traduce in periodiche sessioni di formazione ed esercitazioni per i dipendenti, allo scopo di riconoscere e reagire alle minacce informatiche in costante evoluzione.

L’importanza di investire nella cyber security

È innegabile che il panorama globale della sicurezza informatica continuerà a evolversi: man mano che verranno introdotte nuove tecnologie e l’utilizzo di Internet aumenterà, diventerà sempre più cruciale e strategico per le aziende adottare adeguate misure di sicurezza allo scopo di tutelare le proprie attività. Di conseguenza, è di fondamentale importanza prevenire tutti i possibili rischi aggiornandosi continuamente sulle tendenze della sicurezza informatica e implementando soluzioni all’avanguardia che contrastano le cyber minacce.
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