Affrontando un’analisi sotto un punto di vista prettamente infrastrutturale, un data center è da considerarsi come il vero e proprio centro nevralgico della gestione aziendale e del business di un ente o impresa.
Al suo interno infatti vengono riunite tutte le apparecchiature deputate non solo alla fornitura dei servizi (ad esempio informatici) di una determinata azienda, ma anche, e forse soprattutto, della regolazione e il governo delle telecomunicazioni e della gestione della stessa.

Quando ci si riferisce ad un data center non si parla solamente di una struttura fisica strutturata in un edificio, ma ci si relaziona anche con il futuro, rappresentato da una realtà di servizio che viene erogata sotto forma di piattaforma cloud.

Quest’ultimo, come avremo modo di approfondire più nel dettaglio in seguito, è in grado di assicurare grandi vantaggi assolutamente non indifferenti nell’economia di un ente o azienda.

I sistemi oggi a disposizione sono molteplici, e consentono di semplificare, anche in modo considerevole, la governance e la gestione interna di soggetti pubblici e privati. Cerchiamo ora di comprendere più da vicino che cosa siano i data center e quale sia la loro evoluzione.

Cos’è un data center?

Prima di approfondire più nello specifico che cosa sia un data center, dobbiamo soffermarci sulla definizione che diamo a questo concetto: per conoscenze acquisite siamo soliti pensare al data center come ad un luogo fisico, presente all’interno di una azienda, costituito a sua volta da una serie di computer storage e di calcolo.

Questa visione del sistema è in realtà quanto mai anacronistica: oggi infatti i complessi sono ibridi e, in buona misura, gestiti grazie alle piattaforme cloud.

Gli apparati in house dunque, come si approfondirà in seguito, hanno subito una notevole scrematura, che ha permesso di ottimizzare i servizi e ridurre al contempo i costi.

Dopo questa doverosa premessa cerchiamo di comprendere più da vicino che cosa sia un data center in senso stretto.

Utilizzando un lessico semplice e di facile comprensione, possiamo considerare il data center come una sala macchine, o per rimanere in un lessico informatico, un C.E.D: centro elaborazione dati.

Questa struttura è costituita da server, storage, gruppi di continuità energetica, e tutte quelle unità che sono in grado di assicurare il corretto funzionamento dei sistemi informatici di elaborazione dei dati e delle telecomunicazioni di una azienda o ente.

Questi sistemi, proprio in virtù della loro funzione, sono generalmente in uso ventiquattro ore su ventiquattro sette giorni su sette. Questa struttura svolge un ruolo importate in numerose realtà, ma, in altre, specialmente in quelle che si ritrovano a dover processare una notevole quantità di dati, svolgono un ruolo indubbiamente essenziale (pensiamo ad esempio al CED di un ospedale o di un centro di ricerca).

Data center in house: com’è strutturato?

Abbiamo compreso quanto, per l’efficienza ed efficacia aziendale, il data center assolva una funzione basilare.

La capacità senza dubbio più interessante di un data center, o per come si è definito in precedenza CED, è quella di essere in grado di assicurare il processamento, di una ragguardevole quantità di dati.

Rispetto a quanto si verificava nel passato, la digitalizzazione, e smaterializzazione, che è attualmente in corso nel comparto pubblico e privato, ha portato ad un cambiamento nella concezione dell’ordine di grandezza della misurazione della spazio di archiviazione necessario: in parole più semplici infatti, a causa dell’aumento dei dati generati, non si misura lo spazio di storage in terabytes, ma in zetabytes. Secondo quanto riportato dall’Osservatorio Digital Innovation, nel corso dei prossimi 5 anni verranno generati complessivamente 35 zetabytes; una cifra impressionate.

In un ottica di aumento dello spazio di archiviazione come quello che viene previsto dagli enti di analisi, le aziende si ritroveranno costrette ad approntare un piano di oculata selezione riguardo la scalabilità e flessibilità delle risorse in esse dei data center.

In generale comunque lo sviluppo informatico ha portato ad un potenziamento infrastrutturale degli stessi, con un buon miglioramento dei benchmark generali. Oggi dunque i parchi macchine che vanno a costituire questi apparati si concretano di sistemi server di nuova concezione e di diversa capienza, con un diversa configurazione in stretta relazione alle attività che vengono rispettivamente svolte. Queste particolari aree aziendali, definendole appunto come server farm. Impressionante comunque rimane la variabilità delle dimensioni fisiche di questi sistemi che, in base alle esigenze, possono passare da un semplice armadio, sino ad arrivare ad un intero edificio.

L’infrastruttura di base è organizzata in una fitta rete su protocollo IP, che è in grado di instaurare un efficace collegamento tra le macchine interne e le rispettive applicazioni.

Ogni data center infatti è dotato al proprio interno di numerosi set di router (questi sono dei dispositivi che in generale si occupano di instradare i dati, generalmente suddivisi in pacchetti, suddivisi in sottoreti diverse). Al loro interno inoltre vengono ospitati numerosi switch, progettati e configurati con il fine ultimo di veicolare tutto il traffico dei dati in modo generalmente bidirezionale fra i vari server di tutto il mondo.

Oltre all’ elaborazione computerizzata dei dati, all’interno di un data center possiamo trovare numerosi sistemi di archiviazione degli stessi, sistemi di monitoraggio e, ovviamente, di controllo e gestione delle macchine stesse. Si evidenzia solitamente anche la presenza di numerosi apparati destinati alla telecomunicazione e, ovviamente, di protezione e video sorveglianza.

Al fine di garantire una piena ed completa operatività dell’intera infrastruttura, le server farm sono solitamente dotate di numerosi apparati esterni al data center stesso, che si rivelano assolutamente necessarie per assicurare la totale operatività dello stesso; è questo il caso infatti dei gruppi di continuità e dei sistemi di climatizzazione dell’aria interna alle strutture stesse.

Siamo sicuri che un server in house sia la scelta vincente?

Per retaggio storico siamo sempre stati abituati ad apprezzare, in un data server in house, il vantaggio sul controllo fisico dell’intera struttura. A molti questo aspetto ha sempre attratto parecchio e li ha portati a prediligere questi sistemi per la gestione informatica delle loro aziende.

Ad un’analisi più oggettiva possono emergere alcuni vantaggi tipici di questa soluzione, come, ad esempio, il management dei dati sensibili all’interno della mura fisiche dell’azienda e alla possibilità di accedere a queste informazioni e a tutte quelle che riguardano l’azienda stessa senza nessuna forma di connessione internet (una caratteristica questa che dovrebbe assicurare una migliore protezione delle informazioni dai possibili attacchi hacker).

Gli svantaggi che derivano da questo sistema però sono molteplici, e non riguardano solo l’efficacia e la sicurezza dell’infrastruttura stessa, ma anche, in modo particolare, i costi che è necessario sostenere al fine di garantire la piena operatività della stessa. Basti pensare che l’investimento iniziale che è necessario portare a termine è molto impattante sui bilanci aziendali, senza contare le spese che sarà necessario sostenere per il mantenimento della piena efficienza dell’infrastruttura stessa e dei suoi aggiornamenti. Se questi possono essere ammortizzati, anche se con difficoltà, da una grande azienda, per le piccole medie imprese questi costi possono essere molto difficili da recuperare e le possono portare, di conseguenza, a dover rinunciare a questi tipo di infrastruttura.

Ma siamo proprio sicuri che esista solo questa forma di data center e che il mercato non abbia proposto alcuna alternativa?

Quali tipologie di data center sono oggi disponibili per aziende ed enti pubblici e quali sono le differenze tra questi sistemi?

Nel cammino intrapreso alcuni paragrafi fa abbiamo cominciato ad approfondire quali siano le tipologie di data center, meglio conosciute come server farm, che sono oggi disponibili sul mercato e ci siamo successivamente soffermati ad analizzare le tipologie di sistemi che in apparenza fossero più diffuse, ovvero la conformazione in house.

L’alternativa ai sistemi di data center in house viene offerta dai modelli ibridi e cloud.

I vantaggi che derivano dalla scelta di utilizzo di questi servizi sono allettanti, e consentono all’azienda, a fronte di costi fissi meno impattanti sul bilancio aziendale, di disporre ugualmente di un CED di altissima qualità.

Il più rilevante vantaggio che è bene evidenziare nei sistemi cloud data center è quello di permettere all’azienda di disporre di un pacchetto, comprendente non solo il servizio, che viene commisurato in base alle specifiche esigenze di ogni realtà, ma anche, e forse soprattutto, la possibilità di godere di un aggiornamento costante e un mantenimento delle performance di efficienza della struttura elevate.

Ovviamente tutti i benefici che possono ritornare all’azienda dalla scelta dell’esternalizzazione del servizio, non si fermano solo alla sua migliore ottimizzazione ed efficienza, oltre che ovviamente una riduzione dei costi, ma anche in un effettivo miglioramento del servizio ed in una implementazione delle funzionalità, aspetti questi che sono resi possibili dalla maggiore capacità degli investimenti attuabili dall’operatore erogatore del servizio stesso: grazie infatti alla sua specializzazione nel settore, e ad una disponibilità di fondi più cospicua rispetto alla singola azienda, esso è in grado di offrire ai sui clienti dei pacchetti innovativi, performanti e molto efficaci.

data center in cloud

Che cos’è un data center virtuale e, più nello specifico, come funziona?

Partendo con una definizione generale il cloud data center, è un sistema server che viene allocato all’esterno dell’azienda stessa, in grado di ospitare, al suo interno, la virtualizzazione di uno o più server anche di ditte diverse.

Una delle caratteristiche di questo sistema è quella di riuscire a gestire le risorse e le respository in modo incredibilmente dinamico. Il sistema dunque si basa sulla virtualizzazione della struttura stessa.
I cloud data center infatti si contraddistinguono per la capacità di rendere superfluo l’acquisto di un nuovo hardware.

La transizione verso un cloud data center può interessare un’azienda che ha già al proprio interno una struttura atta a questo compito ma che, necessitando di un servizio più performante, a costi complessivi possibilmente ridotti, ha deciso di puntare su una realtà esterna, che è stata in grado di trasformare questo servizio nel proprio core business.
Rimane dunque possibile sia la migrazione dai dati da un sistema fisico in house precedente, sia la creazione da zero di un nuovo sistema direttamente in formato virtuale.

Come avremo modo di approfondire a breve, i vantaggi che derivano dall’utilizzo di questo servizio sono decisamente più impattanti della semplice riduzione dei costi sul bilancio aziendale , ma comportano anche la possibilità di implementazione di interessanti servizi per la clientela.

Cerchiamo ora di analizzare in un compendio tutti i vantaggi di questa soluzione di cloud data center.

Vantaggi Cloud Data Center

Quali sono i vantaggi che un azienda può ricavare dall’utilizzo di questo sistema di data center?

Dai paragrafi precedenti è stato possibile apprendere quanto i sistemi cloud data center  siano in grado di assicurare una sicurezza ed una fruibilità di utilizzo decisamente interessante.
Cerchiamo ora di analizzare punto per punto quali siano i vantaggi dell’utilizzo di questa tecnologia:

  • Riduzione di spazio e hardware: quando si decide di affidarsi ad un servizio di data center cloud è possibile ridurre l’acquisto e l’aggiornamento degli hardware e software che sono presenti all’interno dell’azienda, oltre che, ovviamente, ridurre lo sazio d’ingombro.
  • Zero manutenzione e costi di gestione: Grazie alla totale e completa esternalizzazione del servizio, la manutenzione e l’aggiornamento del sistema sono completamente a carico dell’azienda che fornisce il servizio. All’interno del canone infatti sono compresi sia il costo del servizio, sia tutti quelli che sono collegati alla gestione dei sistemi, tra i quali appunto quelli dell’energia elettrica necessaria sia al funzionamento dell’apparecchiatura, sia quelli necessari ad assicurare il condizionamento e il mantenimento della temperatura controllata, con, in aggiunta, il mantenimento di notevoli livelli di sicurezza, sia fisica (tramite sorveglianza del sito fisico del server) sia virtuale, tramite la presenza di performanti firewall.
  • Aumento delle capacità di servizio: quando si decide di esternalizzare il servizio di cloud data center si ha di riflesso la possibilità di di aumentare la capienza e la capacità del proprio server (e dei servizi collegati di conseguenza), in modo incredibilmente semplice, variando le capacità da un mese all’altro.
    Nei periodi di necessità infatti, durante i quali è importante disporre di uno spazio di archiviazione o di capacità di calcolo maggiori, è dunque possibile, semplicemente modificando il proprio piano o abbonamento, aumentare questi parametri; migliorando in questo modo la gestione delle performance in base al carico di lavoro, seguendo dunque i workload attivi, e assecondando per giunta gli eventuali picchi che abbiano già ampiamente descritto nelle righe precedenti.
  • Acceso alle formule pay to use: con questo termine ci si riferisce alla possibilità, che viene assicurata alle singole aziende di dimensioni medio piccole, di acquistare i pacchetti che sono commisurati, in modo abbastanza preciso, alle loro singole esigenze. In questo modo dunque diventa possibile una migliore ottimizzazione dei fondi destinati al comparto informatico, anche per le realtà medio piccole che, grazie a questa offerta possono finalmente attingere a questa tipologia di infrastruttura che, con ottime probabilità, in precedenza non avrebbero potuto finanziarsi.

Fastcloud, il cloud data center di Alet

Il servizio di Virtual Private Data Center (vPDC) mette a disposizione del cliente tutti gli elementi necessari per la realizzazione di un vPDC: risorse elaborative (CPU, RAM, STORAGE), elementi di rete (switch, router, load balancer, firewall) e le connettività ad elevate prestazioni.

FASTcloud Private IaaS consente alle aziende di adottare un’infrastruttura Private Cloud “a servizio” in tempi rapidissimi in quanto già pre-configurata, già collaudata e ospitata presso i Data Center Fastweb.

Grazie ad una una più attenta gestione dello spazio di archiviazione, delle modalità di funzionamento, ed ad un continuo aggiornamento del comparto hardware e software , al cliente vengono assicurarti un servizio d’eccellenza e, soprattutto, performante.

Il team di Alet con il passare del tempo si è sempre più distinto per riuscire ad assicurare alla propria clientela una notevole capacità di comprensione delle esigenze del singolo, in modo da proporre solo il meglio dei propri servizi, che calzano con incredibile precisione alle esigenze del cliente.

Per ricevere maggiori informazioni e conoscere la soluzione di Cloud Data Center più adatta alla tua azienda, compila il form nella pagina specifica del prodotto oppure nella pagina contatti del nostro sito.

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