Com’è ormai evidente, il regno digitale è in continua evoluzione e immette ogni giorno sul mercato prodotti migliorati, aggiornamenti e novità in ambito software, connettività e condivisione delle informazioni. Questo è fondamentale sia per far fronte alle esigenze di sicurezza, sia per rendere l’usabilità e la funzionalità di tools, software e connessioni al passo con le rapide e mutevoli necessità di persone e aziende.

Il modo in cui la tecnologia condiziona la qualità della vita privata e professionale degli utenti evolve di anno in anno e anche per il 2023 si sta delineando un trend che prevede l’implementazione di nuovi e più aggiornati sistemi digitali rispetto agli anni passati. La trasformazione digitale è quindi una necessità in continua trasformazione, che risponde al costante bisogno di interconnessione globale tra persone, oggetti e processi e la possibilità sempre più frequente di lavorare da remoto.

Quali sono i trend digitali previsti per il 2023 che contribuiranno a rendere sempre più performante la relazione uomo/macchina, ottimizzando ancor più tempi, spazi e processi di vita e lavoro?

Tendenze tech del 2023

Possiamo a ragion veduta prevedere che il confine tra vita offline e vita online si assottiglierà sempre di più.

Al di là delle normative che – com’è sempre più evidente – sarà necessario definire e applicare, è ormai assodato che nel futuro prossimo interagiremo quotidianamente con l’IA, potremo vivere esperienze immersive attraverso i nostri device e vivremo le giornate in ambienti virtuali strutturati e realistici.

In questo contesto è fondamentale rendere strumenti e piattaforme facili da usare e capaci di neutralizzare cyber attacchi sempre più sofisticati e aggressivi, così come rendere ogni funzione fruibile anche a persone con diverse abilità. Per riuscirci e raggiungere risultati ottimali sarà dirimente il livello delle tecnologie utilizzate.
Cosa ci riserva il regno digitale, quindi?

Techcessibility: accessibilità e inclusione

Con Techcessibility ci si riferisce all’esigenza e alla volontà di rendere accessibile il mondo tech a tutti, indipendentemente dalle abilità di ciascun individuo, includendo così anche gruppi che finora non hanno potuto – per diverse ragioni – fruirne come invece ha fatto la maggioranza.

Si tratta di un neologismo, che rientra nell’elenco delle parole di tendenza del 2023 stilato da Wunderman Thompson, di cui sentiremo spesso parlare nei prossimi mesi.
Ma cosa significa raggiungere la Techcessibility?

Esistono oltre 1 miliardo e mezzo di persone con disabilità e oltre 5 miliardi di utenti su Internet: a tutti sarà garantito di poter sfruttare il pieno potenziale tecnologico di domani.
Con questi numeri di fronte è chiaro che progettare l’accessibilità e l’inclusione è un dovere umano, ma è anche un grande affare per le Big Tech e per chi si occupa di sviluppare nuovi strumenti innovativi.
Il vantaggio della Techcessibility, oltretutto, non sarà ad appannaggio esclusivo dei disabili ma sarà a disposizione di tutti, anche di chi non presenta alcuna disabilità e che vedrà semplificato l’utilizzo e l’esperienza utente.

Il trend è stato reso pubblico da Twitter, che a settembre 2022 ha annunciato di aver lanciato uno strumento per il testo alternativo, che permette a chi utilizza lettori vocali di fruire anche di grafiche e immagini pubblicate sul social.
Google e Instagram seguono a ruota:
– il primo ha aumentato le dimensioni dei widget sui dispositivi Android, per migliorare l’esperienza di chi ha una visione ridotta;
– il secondo sta rendendo le funzioni accessibili uno standard. Da marzo 2022, infatti, vengono generate in automatico le didascalie sui video dei creators, per permettere ai non udenti di interagire anche con questi contenuti.

E offline cosa succede?
Un esempio ci è offerto dalla collaborazione tra l’azienda di software XRAI Glass e Nreal, che hanno creato un dispositivo indossabile in grado di offrire esperienze più accessibili.
Le due aziende hanno realizzato occhiali per la realtà aumentata (AR) dotati di riconoscimento vocale, che proiettano sottotitoli in tempo reale nel campo visivo di chi li indossa. In questo modo le persone ipoudenti possono assistere e partecipare alle conversazioni che avvengono in loro presenza.

Il design accessibile non si limita al lato concreto e materiale della fruibilità, ma progetta esperienze e ambienti digitali per raggiungere le persone di ogni livello di abilità.
Tutto questo può coinvolgere positivamente nella vita sociale e professionale anche gruppi finora emarginati ed inserirli in ambienti accoglienti.
Innovazioni come questa permetteranno tra l’altro di integrare nei team di lavoro persone che finora, loro malgrado, hanno avuto difficoltà a partecipare alla vita della squadra di progetto.

Identità digitali

Quando, come oggi, il mondo fisico e quello virtuale si fondono, parole come “digitale” e “reale” sono superate: ciò che accade online e offline è ugualmente reale.
Dopotutto viviamo una vita reale fortemente condizionata dal nostro “io digitale” e il nostro mondo fisico risente – in modo più o meno positivo – di ciò che accade sugli schermi dei nostri dispositivi.
Parlare di ciò che succede in questi due ambienti come di circostanze isolate e indipendenti ormai ha poco senso.

Per questa ragione presto potremmo tutti possedere una o più identità digitali – li chiameremo “avatar” – che saranno di fatto l’estensione di noi stessi, il modo in cui ci esprimeremo nel metaverso.
Gli avatar avranno una fisicità, una ‘struttura’ emotiva e di pensiero che si svilupperà e riprodurrà autonomamente attraverso l’intelligenza artificiale.

Le persone desiderano preservare la propria identità nei mondi virtuali ma temono che quest’ultima sfumi nel passaggio dall’ambiente reale a quello virtuale e viceversa.
Gli utenti si dividono, e tra loro:
– alcuni vogliono che gli avatar siano una rappresentazione iperbolica di loro stessi (pulsioni, desideri e carattere), libera dai limiti imposti nel mondo fisico;
– altri ritengono che sarebbe più facile se gli avatar rappresentassero fedelmente l’utente e come questo si comporta ed esprime nella realtà.

Ora che lo smart working è adottato da un numero crescente di aziende e che il lavoro si svolge in gran parte su piattaforme virtuali, gli avatar potrebbero contribuire a rendere l’esperienza della condivisione dei progetti più realistica, a creare team building e, perché no, attaccamento all’azienda.
Un giorno, combinati con l’utilizzo della realtà aumentata, potranno addirittura regalare esperienze sensoriali.

Il mondo in una mappa: il mapping reality

Alcuni dei principali marchi tecnologici del mondo si stanno dedicando – ormai da diversi anni – alla mappatura del mondo fisico.
Le aziende tecnologiche di maggior impatto nel settore (e di conseguenza nella società) lavorano per mappare, leggere e comprendere il mondo fisico attraverso i sensori e la computer vision.

Tra queste aziende troviamo Tesla, Instagram, Apple, Snapchat, Meta, Microsoft, Amazon Web Services (AWS) e la società di mappatura olandese TomTom, che hanno unito le forze nel dicembre 2022 per sviluppare mappe aperte interoperabili: la Overture Maps Foundation.
La partnership ha l’obiettivo di creare nuovi prodotti cartografici grazie a set di dati aperti che possono essere utilizzati e riutilizzati da applicazioni e aziende.

Il CES 2023 tenuto a Las Vegas lo scorso gennaio, è stato scenario di alcune interessanti presentazioni:
– BMW ha presentato la tecnologia di mappatura automatizzata UniMap by Here Technologies, che consentirà agli utenti di generare le proprie mappe digitali e strumenti di localizzazione.

– Loovic ha presentato un dispositivo di navigazione indossabile che si porta al collo in modo che l’utente non sia costretto a guardare lo schermo del telefono per ottenere indicazioni stradali.

– Ashirase ha presentato un dispositivo che si aggancia alle scarpe e che, dopo essere stato collegato a uno smartphone, combina assistenza vocale e indicatori tattili per indirizzare chi lo indossa.

Come queste tecnologie potrebbero cambiare l’esperienza aziendale?
La mappatura della realtà può rafforzare la consapevolezza spaziale per le persone ipovedenti, facilitarne i movimenti e l’indipendenza, anche in questo caso favorendo l’assunzione di persone diversamente abili.

Ma la vera rivoluzione è una nuova opportunità che modificherà il modo in cui viviamo l’online, perché le mappature e la computer vision sono l’inizio di un nuovo internet spaziale, dove la realtà è un’esperienza in prima persona di movimento e partecipazione.

Da alcuni considerata “l’ultima fase dell’evoluzione di Internet”, la mappatura della realtà sposterà gradualmente la fruibilità del digitale dalle pagine statiche a luoghi virtuali dinamici.
Non solo blockchain e criptovalute nel Web3, quindi, ma un Internet spaziale e basato sui luoghi.
Non solo pagine e persone online, ma la realtà stessa resa leggibile dalle macchine.

E così, domani, l’ufficio avrà ancora un indirizzo in cui ritrovarsi ma sarà un URL. Lì sarà possibile lavorare con i colleghi, collaborare, fare brainstorming, spostarsi tra ambienti come se fossimo fisicamente presenti, in un luogo reale precedentemente mappato.

Benessere psicologico

Online si stanno diffondendo nuove piattaforme per promuovere uno stato d’animo ottimista e positivo.
Per esempio, nel 2022 abbiamo assistito all’esplosione di Gas e no, non ci riferiamo al prezzo del combustibile ma a un social media basato sulla gentilezza e destinato agli adolescenti.
Gas pone agli utenti domande a scelta multipla che li stimolano a complimentarsi con i propri compagni di classe e coetanei. L’applicazione distribuisce complimenti su tutta la piattaforma, motivando gli utenti a continuare a farne agli altri e favorendo un ambiente positivo e cooperativo.

Gas è un assaggio di come il Web3 smetterà di considerare “utente” chi lo frequenta e inizierà a trattarlo come parte dell’ecosistema. In questo modo le persone si impegneranno a creare comunità sulla base di interessi e connessioni autentiche.
Like e promozione digitale avranno sempre meno peso in futuro e sarà favorita la pubblicazione di contenuti per un coinvolgimento positivo e affine, in un certo senso più intimo.

Piattaforme come Workplace di Meta tenderanno a rispettare questo trend, creando così ulteriori spazi di condivisione e crescita professionale con riguardo al lato umano di dipendenti e collaboratori, dove trovare – e offrire – anche supporto emotivo e motivazione.
In più questi strumenti avranno un ruolo centrale nella lotta alle controindicazioni del lavoro da remoto, come il senso di isolamento, l’alienazione e nei casi peggiori la depressione.

Come seguire i trend digitali 2023 in azienda

Abbiamo elencato solo alcuni degli scenari che ci prospetta il futuro del regno digitale, ma possiamo dire che il trend è comune a tutte le innovazioni che ci aspettano: le persone avranno maggiore controllo dei social media, vivranno esperienze più semplici e coinvolgenti, come farebbero di persona.

Saranno premiati atteggiamenti di leadership positiva, la propositività e collaborazione tra colleghi e saranno le persone a essere protagoniste a dispetto dell’odierno algoritmo e dei sistemi di tracciamento che, dentro e fuori dai social, oggi decidono al posto per gli utenti.
Fin qui sembra tutto molto piacevole, non fosse che – come ci piace ricordare ai nostri clienti – le stesse migliorie che le aziende hanno a disposizione, sono anche nelle mani di hacker e truffatori più o meno esperti.
Significa che i loro attacchi saranno sempre più aggressivi e, se finora le aziende se la sono cavata con basiche soluzione di cyber security, ora è il momento di alzare la guardia e non farsi trovare impreparati.

Inoltre è importante ricordare che le nuove tecnologie digitali del Web3 necessiteranno di strumenti affidabili, che offrano una connessione stabile, sicura e di qualità per poter sfruttare il pieno potenziale della realtà aumentata e delle interazioni in real time.

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