Dai tempi della rivoluzione industriale il mondo del lavoro si è sempre più evoluto, adattandosi alle esigenze dei consumatori e molto più spesso plasmando lo stile di vita delle persone.
Negli ultimi anni, complice la pandemia causata dal virus covid-19 – che ha costretto milioni di persone a lavorare da casa attraverso lo smart working – e la transizione in atto per molte aziende italiane all’industria 4.0, il lavoro si è trasformato ancora più velocemente del previsto toccando ogni settore, anche indirettamente.
In questo panorama sempre più aziende si sono avvicinate al remote working nelle sue varianti: full remote e hybrid remote.
È innegabile che la qualità della vita sia profondamente legata al lavoro che noi tutti svolgiamo e a come questo influenzi anche la sfera privata, così come è evidente che ogni impresa italiana abbia interesse a rendere i propri processi agili ed efficaci, anche di fronte a un panorama tanto variabile.
A questo proposito, in un contesto economico basato principalmente su piccole e medie imprese – spesso artigianali – come quello italiano, in che modo il full e l’hybrid remote working possono essere implementati nell’organizzazione aziendale? E quali benefici apportano all’azienda e ai lavoratori?
Differenza tra smart working e remote working
Sia lo smart che il remote working esistevano ben prima dell’emergenza sanitaria degli ultimi anni, tuttavia fino a poco tempo fa erano ben poche le aziende illuminate che li applicavano.
Entrambi si basano sul concetto che non è necessario avere una postazione di lavoro interna all’azienda per portare a termine i propri task, a meno ché i compiti del lavoratore riguardino un contesto strettamente produttivo.
Il remote working è in sostanza il lavoro a distanza: il lavoratore decide da dove tener fede agli impegni con il datore di lavoro, pur seguendo in linea generale i processi aziendali.
Significa che rispetterà gli orari imposti e si premurerà di osservare tutte le disposizioni ricevute sui metodi di esecuzione dei suoi compiti.
Lo smart working o lavoro agile, invece, funziona a progetti e obiettivi: il dipendente fuori sede sa di dover consegnare un risultato specifico e con determinate caratteristiche entro una deadline definita. Tutto ciò che sta nel mezzo – orari e luogo di lavoro, nonché strumenti e metodi impiegati per raggiungere il traguardo prefissato – sono a sua totale discrezione.
Oggi, nonostante la rinomata reticenza delle aziende italiane al cambiamento, ambedue sono più diffusi di un tempo anche grazie alla sicurezza ed efficacia delle tecnologie, adeguate a rendere realizzabili tali approcci al lavoro.
Il lavoro in presenza: si tratta “solo” di un’abitudine?
Come dicevamo, l’emergenza sanitaria ha contribuito a velocizzare notevolmente l’adozione di un nuovo modello di organizzazione del lavoro da parte di tante imprese italiane. Il cambiamento era già in atto, sebbene ad appannaggio quasi esclusivo di grandi aziende e multinazionali.
L’economia italiana si è da sempre e finora sorretta sul lavoro in presenza, che permette:
– ai dirigenti di monitorare il personale
– di creare un contesto di condivisione e collaborazione fisico e materiale che, se necessario, agevola la risoluzione di qualsiasi problematica che possa sorgere durante le ore trascorse in ufficio, attraverso il supporto pressoché immediato di colleghi e responsabili
– ai dipendenti di separare la vita professionale da quella privata
– di evitare la sensazione di isolamento nel lavoratore, che può essere avvertita lavorando in solitudine nella cucina di casa propria
– di comunicare in modo diretto e rilassato
– creare occasioni di team building.
Negli ultimi 24 mesi però abbiamo assistito a un cambiamento di abitudini epocale e massivo, che ha coinvolto soprattutto chi è impiegato in lavori d’ufficio, e i cui vantaggi sono stati apprezzati da entrambe le parti della scrivania.
Ciò è stato reso possibile dall’implementazione di sistemi e interfacce progettate appositamente per il lavoro da remoto adatte a quasi ogni modello di business.
Lo sviluppo di tali risorse e l’esperienza acquisita sono ora a disposizione di tutta l’imprenditoria italiana e andrebbero sfruttate, dal momento in cui oltre al miglioramento dello stile e della qualità di vita, sono stati preventivati incentivi statali.
E se il lavoro a distanza è tanto vantaggioso, qual è la migliore soluzione per applicarlo ad una organizzazione aziendale?
Remote working: per gli italiani i vantaggi superano gli svantaggi
Il lavoro a distanza sta cambiando le nostre intere esistenze, dagli equilibri tra professione e vita privata ai modi di comunicare e misurare la produttività.
Se durante l’emergenza sanitaria abbiamo assistito al “grande esperimento del lavoro a distanza”, possiamo dire che questo si è rivelato in gran parte un successo.
In Italia il lavoro agile continuerà a essere adottato dall’89% delle grandi aziende, nel 62% delle PA e nel 35% delle Piccole Medie Industrie, passando di fatto dall’essere una misura emergenziale a uno strumento di modernizzazione.
È indubbio quindi che il futuro aziendale coinvolgerà risorse esterne ed esternalizzate, dotate di strumenti digitali che permetteranno loro di restare connesse e mantenere alta la produttività.
Si tratta di un’evoluzione naturale dell’organizzazione del lavoro, dovuta agli evidenti vantaggi, sia per le aziende che per i dipendenti, del remote working:
– Dipendenti più soddisfatti e produttivi, il che significa più dedizione nei confronti dell’azienda e migliori performance da parte dei lavoratori, che faranno il massimo per restare nel team.
– Flussi e processi di lavoro più fluidi ed efficienti. Il remote working va a braccetto con le tecnologie e gli strumenti digitali, che semplificano rendendo immediata la comunicazione del team e la gestione del workflow.
– Aumento delle competenze informatiche e digitali della forza lavoro, come diretta conseguenza dei nuovi mezzi adottati dall’azienda e necessari per lavorare a distanza.
– Risparmio economico. Un’azienda i cui dipendenti lavoreranno in smart working, almeno part-time, ridurrà i costi fissi, le bollette e magari deciderà di trasferirsi in una sede più piccola e più conveniente.
– Vantaggi fiscali. Il decreto Rilancio prevede, tra le altre iniziative, agevolazioni per tutti gli “investimenti di carattere innovativo quali lo sviluppo o l’acquisto di strumenti e tecnologie necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa”. In questa voce sono compresi anche le spese sostenute per l’acquisto di tutto ciò che serve a lavorare in remoto.
Lavoro Full Remote, cos’è e come funziona
Il full remote working, ovvero il lavoro completamente a distanza, è forse la forma di smart working più estrema: in questo caso ai dipendenti non è richiesto di presentarsi in sede.
Se i vantaggi rimangono pressoché i medesimi già citati, è evidente come una soluzione del genere sia adatta solo ad alcune figure aziendali e solo specifiche attività.
Per esempio, chi si occupa di programmazione potrebbe lavorare in full remote working assicurando le medesime performance che avrebbe garantito in ufficio, mentre un consulente o un analista si ritroverebbe facilmente a “rincorrere” dati e informazioni per giorni o settimane. Allo stesso modo, molte figure professionali impiegate in full remote working:
– Non si sentiranno parte del team, ma soggetti isolati e forse alienati rispetto al sistema aziendale. In assenza di un “legame con l’azienda” il rischio è il lassismo.
– Faticheranno nel vedersi riconoscere abilità e, perché no, a creare relazioni utili a fare carriera nei contesti in cui esiste tale possibilità.
Ci dà un esempio virtuoso di full remote working EasyPay, che ne ha risolto i disagi creando squadre di lavoro di cui ha migliorato la comunicazione, rendendole così delle piccole community interconnesse.
Questo modello di lavoro da remoto è talmente apprezzato da dipendenti e alte sfere, che è stato mantenuto anche post emergenza sanitaria e gli uffici sono stati dismessi.
Hybrid remote working, chi lo prova non lo lascia più
Con lavoro ibrido si intende, per così dire, uno smart-working part-time.
In queste circostanze di solito l’azienda indica e richiede al dipendente un minimo di presenza in azienda, espresso in ore o giorni.
È proprio nell’hybrid working che molte aziende italiane e internazionali hanno trovato la chiave di volta per il futuro delle loro organizzazioni, poiché tale soluzione consente di:
– mantenere le relazioni e il contatto umano tra azienda e dipendente nonché tra i lavoratori stessi, creando situazioni di team building e occasioni di confronto diretto;
– organizzare vita lavorativa e privata nella salvaguardia del benessere psico-fisico dell’intero team:
– semplificare i flussi di lavoro e la comunicazione, quindi aumentare la produttività e le performance;
– ridurre i costi fissi a beneficio del bilancio aziendale;
– sviluppare una gestione ottimale delle risorse umane;
– essere parte attiva nella riduzione di emissioni di Co2, poiché sono notevolmente ridotti gli spostamenti casa-lavoro e viceversa.
Come approcciarsi al lavoro remoto
Il remote working, in ogni sua accezione, richiede strumenti semplici da usare e che permettano a tutti di svolgere le proprie attività in autonomia, senza intoppi e in totale sicurezza.
A questo proposito va tenuto presente che ogni dato e informazione viaggerà online, dove il rischio di cyber terrorismo è costante e per questo i servizi alla base del remote working devono essere sicuri, oltre che funzionali.
Inoltre Cloud e strumenti SaaS, che mettono a disposizione gestionali e informazioni agli utenti autorizzati, partecipano alla trasformazione digitale dell’azienda e rientrano perciò nel processo di transizione a Industria 4.0 per il quale sono previsti incentivi statali.
I vantaggi di cui beneficia un’azienda che decide di adottare il lavoro a distanza sono così tanti – e gli svantaggi sono talmente gestibili – che milioni di imprese nel mondo occidentalizzato si stanno attrezzando di conseguenza. Questo significa che anche gli strumenti a disposizione del telelavoro sono sempre di più, sempre più sicuri e affidabili.
Il nostro consiglio è avvicinarsi al lavoro da remoto in modo graduale, misurare le prestazioni e il grado di soddisfazione ottenuti e, solo in un secondo momento, decidere se adottarlo in pianta stabile in una delle sue sfumature.
E mentre si testa la soluzione più adatta alla propria struttura, è di vitale importanza affidarsi a professionisti che forniscano strumenti e assistenza per svolgere il lavoro da remoto: è bene ricordare che non saranno esposti a rischio solo i dati della tua azienda, ma anche quelli dei clienti.
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